Lunedi il mio nonno è morto, aveva 88 anni, 88 anni spesi bene, vissuti fino in fondo, a modo suo. Per me è stato una presenza forte fin da piccolina, era un uomo d'altri tempi, con i modi gentili, ma fermi quando serviva. Mi ha fatto conoscere l'amore per la cucina, non potrò mai dimenticare le colazioni con uova strapazzate e bacon all'età di 5 anni, mi ha insegnato ad essere compassionevole e generosa, ma mi ha insegnato anche a riconoscere la falsità altrui, perchè buoni si ma fessi no, mi ha insegnato ad ironizzare sui momenti brutti per non affondare nei momenti tristi della vita, mi ha fatto sentire brava e forte anche quando non lo ero, perchè se ti convinci di esserlo poi lo diventi sul serio, in poche parole mi ha fatto sentire amata. Ricordo ancora i suoi racconti sulla guerra mentre mi accompagnava la mattina alle elementari e ricordo i miei sbuffi, perchè erano sempre quelli, solo ora mi rendo conto di quanto vorrei ancora sentirli. Era un uomo con il sorriso sulle labbra sempre, anche negli ultimi giorni quando non riusciva più a camminare e diceva che lui stava come un pascha e che non avrebbe mai fatto cambio con nessuno, c'è tanto da imparare da questo grande uomo come forse non c'è ne sono più. Ieri nel suo cassetto delle cose importanti abbiamo trovato delle cartelline con scritto sopra i nomi delle sue donne di casa con dentro per ognuno le carte dei nostri punti deboli, i miei erano i libretti delle macchine, perchè lui lo sapeva che per me l'auto è solo un mezzo per muovermi e che mi dimentico sempre le revisioni e il bollo, era il suo modo per pensare a noi per tenerci la mano nelle cose pratiche. Ci ha dato tanto, ci ha regalato le case dove viviamo, perchè lui diceva sempre che una volta che hai un tetto sulla testa tutto il resto è superfluo.
Ora vedo solo una valigia piena di ricordi, frasi, avvenimenti, la sua vita, che si chiude. Circa un mese fa, prima che la malattia se lo portasse via del tutto, l'ho visto, era in pigiama e si è messo il cappello e alla domanda cosa se ne facesse del cappello ha detto "fò il bulo, fò il bulo col capel" che tradotto vuol dire faccio il bullo con il cappello e rideva, aveva voglia di scherzare. Io ora lo vedo con la sua valigia in mano e con quel cappello, con il suo sorrisso più bello sul volto che saluta tutte le sue donne di famiglia, le sue donne che lo amano, che per sempre si sentiranno la sua mano sulla spalla e sentiranno la sua presenza forte e amorevole.
Ciao nonno buon viaggio.
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