Nonna e Nonno e l'amore per la cucina
La nonna Teresa e il nonno Umberto.
Lei donna burrosissima, dolce come il miele, ma ferma sulle sue idee come il marmo. Lui uomo affabile con negli occhi la guerra d'Africa.
Il papà del mio nonno, nonché il mio bisnonno Francesco era cuoco, organizzava i "catering" di una volta. Precisamente per i matrimoni portavano piatti, bicchieri, posate e cucinavano sul posto, come adesso va tanto di moda. Mio nonno aiutava il padre il fine settimana e durante la settimana faceva il garzone presso una salumeria. Spesso mi racconta di quando quindicenne, con la neve alta, perché una volta nevicava sul serio, con la bicicletta doveva raggiungere la salumeria, vestito di poco e niente. E no, i moncler non c'erano.
Cresciuto poi è dovuto partire per la guerra, dove è finito prigioniero degli Inglesi, la sua salvezza fu saper cucinare. Lo misero in cucina e lui di nascosto portava il cibo agli altri prigionieri meno fortunati di lui. Imparò l'inglese e l'arabo, diciamo che imparò soprattutto le parolacce arabe! Nel frattempo a casa lo davano per morto, ma lui tornò e fece svenire la bisnonna Martina, che era nell'orto che cantava "Parlami d'amore Mariù".
Nel frattempo il bisnonno aveva aperto la sua salumeria e il nonno andò a lavorare con lui.
Conobbe la nonna che era più giovane di dieci anni di lui e la conquistò, la sedusse al punto che la nonna mi raccontava sempre che una sera mentre lo aspettava sotto casa per l'agitazione butto una mela che stava mangiando all'aldilà del muretto e prese in pieno una persona che passava! Quando lo raccontava ancora le si illuminavano gli occhi.
La nonna e il nonno in cucina erano una coppia scoppiettante, bravissimi ma litigiosi. Discutevano sempre su qualsiasi ingredienti e così facendo si miglioravano.
Io cresciuta praticamente con questi due Dei della vera cucina, quella che da niente tiri su un pranzo di nozze ho amato sin da piccola il profumo, il sapore e il colore del buon cibo.
Ancora adesso quando cucino è un modo come un altro per stare ancora vicina alla mia nonna che non c'è più, un po' come quando ero bambina che mi lasciava pasticciare al lavello, con la farina e il riso, mentre lei cucinava. Io faccio lo stesso con Andrea, così facendo spero di tramandare un valore importante, il rispetto del cibo e l'amore che le persone ci mettono per cucinarlo.
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